La nuova rivoluzione tecnologica

Stiamo vivendo, talvolta senza nemmeno rendercene conto, una nuova rivoluzione tecnologica. Le rivoluzioni tecnologiche fino ad oggi sono sempre state graduali e hanno dato alle aziende e ai professionisti, il tempo di adattarsi, di apprendre e metabolizzare le novità. Guardiamo ad esempio, i periodi che io stesso ho vissuto, data la mia “veneranda età” e che mi pone nel tempo con i miei primi passi nel mondo del lavoro, nel medio evo della tecnologia.

Negli anni 80 e 90, la rivoluzione informatica, ha cambiato totalmente il modo di lavorare. Molti settori si sono trasformati.
Prendiamo ad esempio l’editoria, la gestione aziendale, ma anche tutte quelle professioni che ruotavano attorno al mondo della comunicazione. Chi è più giovane di me, non ha mai spedito una lettera o una carolina, non ha mai visto il “disco numerico ruotante” e la cornetta di un telefono, non ha mai visto un telex o un fax, non ha mai letto una rivisita stampata, e stiamo parlando di strumenti e prodotti in parte presenti anche durante e dopo la rivoluzione informatica.

Stiamo per vivere qualcosa di totalmente nuovo

Per esperienza, ho dovuto, mio malgrado, constatare che ogni lavoro, ogni attività e ogni servizio hanno una data di scadenza. Può essere un anno o 30 anni, come la mia precedente attività, ma tutto, ha un termine. Con la rivoluzione che abbiamo ormai alle porte però, qualcosa sta cambiando. Non parliamo più di anni ma di mesi, a volte di giorni. L’intelligenza artificiale esiste da molto tempo come concetto, molte aziende si sono sempre vantate di utilizzare algoritmi e strumenti in grado di emulare il comportamento umano, ma i risultati visibili erano molto meno credibili delle parole spese. Questo fino all’arrivo di ChatGPT.

Cambiamenti in poche settimane o qualche mese

Noi “anziani” ci siamo adattati, chi più chi meno, alle nuove tecnologie.

I computer, i cellulari, sono tutti strumenti tutto sommato semplici da utilizzare. Abbiamo avuto tempo per imparare ad usarli, potendo seguirne lo sviluppo.

A partire dai vecchi computer con processore 8088 e 255 k di ram , per arrivare ai terabyte in un Hard disk che ormai non ha nemmeno il disco al suo interno e processori multi core.

Oggi invece, sia i “vecchi” sia i giovani, si trovano sullo stesso piano. La rivoluzione che sta portando la AI generativa, praticamente in ogni ambiente lavorativo, ci ha colti tutti di sorpresa.

Era li da tempo, era nell’aria, ma un po’ come gli UFO e le scie chimiche, era più mitologia informatica che realtà plausibile.

Poi, arriva ChatGPT. Sconvolge il mondo con la sua capacità di comporre testi di una qualità spesso superiore a quella di taluni scrittori o giornalisti, dopo di che, le prime immagini create sempre con AI generativa. In fine, tutte le altre aziende che si attivano, mettendo allo scoperto le proprie carte, perchè, si, quella della AI sembra una partita di poker. OpenAI (ChatGPT) vede le carte degli altri giocatori, Google, e altre aziende, che stavano implementando le AI in segreto, mostrano chi il proprio full di assi, chi il tris di re e chi una doppia coppia. Quando qualcuno in una partita vede, non puoi più bleffare. Per il pubblico, per chi stava guardando la partita, tutto accade in pochi secondi, senza poter capire cosa comporta realmente quella mossa.

Con cosa o chi dovremo avere a che fare

Non ci sono giri di parole per dirlo, con l’avvento e l’uso sempre più massiccio di intelligenza artificiale, molte intelligenze umane, dovranno cambiare lavoro. Parliamo di operatori semplici, ma anche manager aziendali, nessuno escluso. Le AI faranno il loro lavoro meglio, senza le necessità e le debolezze umane. Lo fanno ad un costo inferiore, con un semplice canone mensile o annuale, al posto di stipendi, ferie, malattia, bonus produzione, maternità, richieste di aumenti, devo continuare? No, non è il caso.

Oltre a ChatGPT più volte citata i n questo articolo, perchè l’apripista di questa rivoluzione, abbiamo Azure di Microsoft, poi Bard, Gemini, e Sparrow di Google, Olympus, di Amazon, Grok di Elon Musk, oltre ad altre realtà che potrebbero riservare soprese.

gli uffici di Google DeepMind di Londra.

Questi sono gli attori di quello che si prospetta essere un cambiamento epocale.

i rischi e le sfide

perdita di posti di lavoro, rischio tangibile per personale di ogni categoria, sostituibile in toto da un’intelligenza artificiale. come per la rivoluzione industriale prima e per la rivoluzione informatica poi, basterà una persona a svolgere il lavoro di altre 10, o forse 100. Una persona servirà sempre perché dopo tutto, una AI non sa come e quando mentire, e non è in grado di capire qualcuno che non sa cosa sta dicendo. In questi casi, serve e penso servirà sempre un essere umano.

Le allucinazioni. Le AI, allo stato attuale, si basano su una vastissima quantità di dati, trovati in rete. Quando ho provato a far scrivere a ChatGPT un articolo sui segni zodiacali presenti nel Duomo di Milano, ha prodotto un articolo scritto così bene, e dettagliato, che per qualche momento ho dubitato delle mie conoscenze a riguardo. Si parlava di statue rappresentanti i segni zodiacali, assieme a dati storici e cronologici che effettivamente erano veritieri. Quelle statue, però, non sono mai esistite. In realtà in Duomo c’è una meridiana che rappresenta i segni zodiacali, proprio sulla pavimentazione.

In “gergo AI” questa, è una allucinazione. Quando una AI non trova dati, o trova dati discordanti, non è in grado di capire quale è vera e quale no, e almeno per ora, non può recarsi in loco a verificare di persona. Pertanto, inventa, ma non sapendo mentire, inventa in modo eclatante, come un bambino che ruba i biscotti e da la colpa al cane.

Contatto umano c’è il rischio che gli algoritmi inizino a parlare tra di loro, non arriva un pacco con dentro il regalo di natal? si chiede ad una AI di farci sapere dov’è. Questa chiama il corriere, risponde un’alra AI che dice che sta arrivando, ma non si sa ancora quando sarà consegnato. Non possiamo nemmeno sfogarci con l’operatore, che in determinati casi, capendo la situazione emozionale, riesce a darci una rassicurazione sul fatto che il suo pacco sia in viaggio e non smarrito per sempre.

Le Sfide

L’intelligenza artificiale, nasce senza peccato originale. Non ha limiti, convenzioni, non ha pregiudizi ne valori morali. La vera sfida, non è fare in modo che ne abbia, ma fare in modo che tali fattori non siano vincolanti. Se chiediamo ad un fisico quale è la maggiore velocità possibile, ci dirà quella della Luce, ma se poi gli chiediamo a quale velocità si è espanso l’universo pochi secondi dopo il big bang, ci dirà che è avvenuta quasi istantaneamente, molto più velocemente della velocità della luce, e ancora, se chiediamo quanto velocemente si verifica una interazione in un entanglement, lo stesso fisico dirà che è istantaneo, anche a centinaia di anni luce di distanza. Il limite della velocità della luce è un dogma, perchè non conosciamo una fisica che possa spiegare eventi che però di fatto (anche se di fatto è una parola grossa) sperimentiamo.

Un’altra sfida, quella più difficile è mettere al servizio delle persone l’intelligenza artificiale, e non le persone al sevizio di essa.

Questo articolo è stato scritto da un essere umano, ma i prossimi miei articoli, potrebebro non esserlo. Come capirlo? Non ho corretto un errore di battitura apposta.