Ricordatevelo sempre, Linkedin non è Facebook

Nonostante io abbia trovato al momento una posizione lavorativa che mi soddisfa pienamente, continuo ad utilizzare Linkedin non tanto per cercare un nuovo impiego, quanto per mantenere attiva la mia rete di contatti su questo social. Ovviamente mantengo tutti i miei social attivi ed aggiornati, anche se non è così facile quando si ha già una giornata impegnativa a causa del lavoro.

Alcuni post sono meno adatti di altri

Leggendo post di altri utenti, qualche volta mi capita di incappare in discussioni che poco si addicono a tale social e sembrano più adatte a Facebook; dove ammettiamolo, le discussioni da bar sono all’ordine del giorno. Parlo ad esempio, di un post che ha avuto molto successo dal punto di vista delle interazioni, fino a scatenare il classico “flame” o litigata da bar, che dir si voglia. L’argomento, era la reintroduzione del servizio militare di leva nel nostro paese. Come già potete immaginare gli argomenti spaziavano dal “colpa dei genitori” al “ragazzi fannulloni meriterebbero di fare un anno fuori da casa!” eccetera eccetera. Quando però si interagisce in un qualsiasi luogo (e i social sono luoghi anche se virtuali) si deve sempre tenere conto dell’atteggiamento che dovete tenere rispetto all’ambiente in cui siete.

Lo fareste in ufficio?

La domanda è molto semplice. Parlereste, in un ambiente di lavoro di argomenti così fortemente polarizzanti? Magari, con il vostro datore di lavoro, con cui non avete molta confidenza? Beh ve lo dico subito; anche se avete una posizione lavorativa che non vi preoccupa, su LinkedIn ci sono clienti, collaboratori, fornitori, concorrenti e tutto il mondo che gira attorno alla vostra attività; sia che voi siate liberi professionisti sia che voi siate dipendenti di una azienda. Non di meno, potreste un giorno poter aver bisogno di cercare una nuova occupazione. Qualcuno potrebbe “spulciare” le vostre interazioni sui social per avere un quadro più dettagliato di chi siete e come interagite con il prossimo.

Uno sfogo può servire di questi tempi

Un periodo come questo sarà sicuramente studiato dai sociologi per i prossimi 50 anni, e non possiamo minimamente immaginare cosa ne verrà fuori. Personalmente ho notato un “Imbarbarimento” del pubblico presente sui social, con una polarizzazione sugli argomenti come il COVID, tanto che altri argomenti passano spesso inosservati, e non ottengono interazioni. Comprendo benissimo la necessità di sfogarsi. Magari anche arrabbiandosi, scrivendo parole di fuoco contro il sistema, contro la sanità, contro tutto e tutti, arrivo persino a comprendere i meccanismi che portano certe persone a negare la situazione in cui viviamo. Essere negazionisti a volte è l’unico modo di affrontare un qualcosa che non si sa o non si vuole affrontare, questo vale per ogni cosa.

Non dimentichiamo però dove siamo

È molto importante però ricordare dove siamo quando scriviamo. Tutti e due i social hanno uno stile simile. Hanno quasi persino lo stesso colore, ma, conviene ricordare sempre la profonda differenza tra i due ambienti comunicativi. Da una parte abbiamo Facebook; social dove passare il tempo per leggere e scrivere su tutto, per interagire con persone che si conoscono e persone che non si conoscono, ma sempre in un ambiente ludico, per svago; dall’altra, abbiamo Linkedin, social orientato al lavoro, agli affari, al limite alla sensibilizzazione sociale, ma sempre in chiave economico-sociale. Confondere i due social è un errore che ultimamente fanno in molti, tanto da arrivare a fare un copia e incolla del post da un social all’altro. Errore che in alcuni casi potrebbe ritorcersi contro chi lo ha commesso.

Come comportarsi davanti ad un post del genere.

Il primo suggerimento che mi viene in mente è ovviamente quello di leggere, sorridere e passare oltre. Qualche volta però la nostra istintività potrebbe prendere il sopravvento. Cosa fare allora? Quello che dovreste fare ogni volta, a prescindere dal social su cui siete. Scrivere un commento, ma prima di postare attendere qualche secondo, rileggere, e rivedere il contenuto. Se nel frattempo vi siete accorti che avete usato un linguaggio troppo duro e polarizzante correggete il tiro e poi postate.

Lasciate la discussione aperta al dialogo

Mantenete un’opzione aperta. Questo vi permetterà di avere uno scambio di opinioni aperto al dialogo; non una serie di opinioni sterili e fini a se stesse (e magari qualche insulto) come succede spesso su Facebook, specie su gruppi di nicchia, dove se si critica un autore un film o un regista, subito scatta la rissa. Poi starà alla vostra forza di convincimento portare i vostri interlocutori pian piano sulla vostra posizione. A cosa serve questo? Un domani un recruiter potrebbe notare la vostra capacità di convincere qualcuno che la pensa diversamente da voi, e questo sarebbe senz’altro un ottimo motivo per scegliere la vostra candidatura, se state cercando occupazione.